Pubblicata a sorpresa oggi sulle principali piattaforme di digital streaming musicale e diffusa sui canali social ufficiali dell’artista, la nuova release di Beyoncé è, già nella scelta del JUNETEENTH2020[1] come data d’uscita, un grido di allarme contro il razzismo e la schiavitù, rivelandosi una canzone densa di riferimenti tematici. Affrontando l’inserimento sociale e l’individualità di donne e cittadini afro-americani, il singolo assume una connotazione prettamente comunicativa e solidale, attraverso un testo che funge da reazione della cantante ai soprusi sulla gente di colore[2].
Scritto con il marito Jay Z, il brano intende celebrare, schierandosi dalla parte degli oppressi in un periodo difficile come quello in corso, il black power attraverso la voce di Beyoncé sostenendone i diritti e – in un certo senso – dando voce all’orgoglio di essere neri[3]. Cantautrice, attrice e ballerina, l’artista statunitense si distingue anche come attivista ed è solita corredare le sue creazioni o esibizioni di una travolgente spettacolarità a tutto tondo, dando spazio anche alla mimica del volto tanto da descrivere la profondità dei temi trattati. Sancita emblematicamente su un discorso R&B dalle tonalità inebrianti, il prodotto musicale porta con sé tutto un discorso di insoddisfazione che, come si evince dall’ascolto, fornisce testimonianza della vicinanza della cantante al problema dell’integrazione in questione, fotografando il malessere della comunità mondiale nei confronti delle noncuranze razziali, come del resto dimostrano anche tutte le altre iniziative di questi giorni e i messaggi di cordoglio per George Floyd. Evocando uno scenario intellettuale e concettuale, il pezzo vorrebbe, presumibilmente, sensibilizzare l’opinione pubblica con la forza provocatoria insita nel testo.
[1] Giornata dell’Emancipazione in cui si celebra la fine della schiavitù negli Stati Uniti
[2] cfr MUSIC FANPAGE
