Uscito a Dicembre 2019, il lungometraggio di Ferzan Ozpetek è un viaggio nella vita di due uomini, Arturo (Stefano Accorsi) e Alessandro (Edoardo Leo), la cui relazione sarà stavolta dall’arrivo nel loro quotidiano dei due figli di Annamaria (Jasmine Trinca), una loro cara amica costretta a ricorrere a cure ospedaliere ed isolarsi in via preventiva ed obbligata.
Strutturato sull’incontro tra i mondi diversi della maturità e della giovinezza, il film sembra restituire il ritratto della spensieratezza dei due bimbi, mettendone la definizione in stretta relazione con la maturità e la presa di coscienza della consolidata coppia al centro della scena. Finendo per spostare il focus dalla storia dei due uomini alla preoccupazione per il futuro dei caratteri portati in scena dai giovanissimi interpreti, la narrazione è condizionata dalla peculiare attenzione al registro musicale posto a contorno del film, risaltando maggiormente nelle parti pseudo-teatrali fatte di scenografie, ambientazioni e sapori rustico-caratteristici lungo emozioni regalate grazie all’evocazione sensoriale della colonna sonora con canzoni come Che vita Meravigliosa di Diodato. Insieme da più di 15 anni, i caratteri interpretati da Leo e Accorsi forniscono il resoconto della crescita e dell’evoluzione della coppia verso nuovi scenari, manifestando il divenire dell’amore tra gelosia o paure e al tempo stesso l’esperienza dell’affetto nei confronti dello sguardo innocente dei piccoli, exploit, questo, catturato da una fotografia barocca tra le meraviglie della città di Roma e gli interni angusti del castello della nonna di Martina e Sandro, tutti escamotage fungenti da pretesto per il racconto di un amore duplice che commuove, fa riflettere e appassiona, lasciando alla protagonista femminile il compito di descrivere con uno sguardo di dispiacere e speranza l’immenso amore di una madre verso i propri figli.