Sbarcato nelle nostre sale a Maggio del 2016, il terzo lungometraggio dedicato alle gesta del primo vendicatore si rivela essere una sorta di Avengers 2.0, questa volta, però, non n ottica collaborativa ma bensì sulla struttura di uno schieramento in fazioni che vede gli eroi più potenti della Terra dividersi tra favorevoli e contrari ad una supervisione politica. In realtà, nella pellicola dei fratelli Russo sembra esserci molto di più, un surplus di verità apparenti, cioè, svelate a tempo debito, accanto alla volontà di mantenere un plausibile legame con il passato tutelandolo da parte di Steve Rogers (Chris Evans) e quella di disfarsi di Bucky (Sebastian Stan) e agire verso quella che sembrerebbe essere la direzione giusta da parte di Tony Stark (Robert Downey Jr.).
Divisi idealmente ed emotivamente, Captain America e Ironman si troveranno a capo di due fazioni distinte tra gli Avengers, inizialmente per via del disaccordo in merito agli Accordi di Sokovia propostigli dal Segretario di Stato Ross (William Hurt) perché visti come una limitazione o un mancato riconoscimento del proprio operato e, al contempo, come “un buon compromesso” (cit.) e un’opportuna soluzione. A schierarsi tra le file dei due leader, quasi tutti i personaggi che si sono potuti apprezzare nel corso degli anni marvelliani, segnando anche l’esordio di Spiderman (Tom Holland) nel gruppo. Tra gli altri eroi protagonisti della disputa avengeriana, Natasha Romanoff/Vedova Nera (Scarlett Johannson), Sam Wilson/Falcon (Anthony Mackie), Clint Barton/Occhio di Falco (Jeremy Renner) e Scott Lang/Antman (Paul Rudd), tutti soggetti al depistaggio causato dal sokoviano Helmut Zemo (Daniel Brül), mosso dallo spirito di vendetta che finirebbe per consumare ogni uomo. Questa la consapevolezza su cui sembra ergersi l’intera sceneggiatura, la caccia alla vendetta a cui darà adito anche T’Challa (Chadwick Boseman), il quale sentirà l’esigenza di indossare l’armatura della Pantera Nera e supportare l’onere del padre scomparso per mano del Soldato d’inverno. Sullo sfondo del lungometraggio, ricco anche di exploit divertenti e meramente coinvolgenti, è possibile intravedere – anche se in modo sottile – la disputa giammai placata con l’Hydra, ponendo al centro della vicenda il racconto dell’emergenza della disfatta del team superiore, diversificato tra valori di apparenza e verità e del giusto e sbagliato, il tutto in un mix di effetti speciali e aereo-luminescenti.