UN FIGLIO DI NOME ERASMUS – il primo lungometraggio italiano ad alto budget a debuttare in streaming

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UN FIGLIO DI NOME ERASMUS – il primo lungometraggio italiano ad alto budget a debuttare in streaming

Disponibile da oggi sulle piattaforme digitali di Sky, Infinity, Chili, Tim Vision, YouTube, Google Play e degli altri principali servizi on demand, la pellicola di Alberto Ferrari pone in risalto la bontà dei valori più sinceri, assestando la narrazione attorno ad un tono nostalgico e all’amicizia ritrovata di un gruppo di uomini che, una volta terminati gli studi, hanno preso ognuno una strada diversa. Convocati in Portogallo per la scomparsa della loro fidanzata comune, Pietro (Ricky Memphis), Enrico (Daniele Liotti), Ascanio (Luca Bizzarri) e Iacopo (Paolo Kessisoglu) riceveranno una notizia inaspettata che, superato l’iniziale disorientamento, finirà per riavvicinarli e stringerli come non mai.

Sposando pienamente la campagna #iorestoacasa, il film regala, incutendo una riflessione sull’essenza della vita e delle relative fasi, non poca leggerezza e un respiro di spensieratezza, particolarità, queste, sceneggiate attorno ai consueti momenti divertenti di cui saranno protagonisti dei quarantenni navigati, intenti a portare in luce una verità di un ventennio prima, ai tempi dell’Erasmus, appunto. Strutturato sulla condivisione di una nuova esperienza corale, il prodotto cinematografico brilla anche per una raffinata colonna sonora, tra le cui canzoni spicca anche la celebre Pensiero dei Pooh. Manager musicale alle prese con artisti stravaganti e poco affabili, il carattere interpretato da Memphis, forte della sua collaborazione con una “cover band dei Pooh in cui il tastierista canta meglio di Facchinetti”[1], arricchisce il tessuto cinematografico con il tono “galoppante” degli exploit in romanesco, mentre dall’altra parte lo sprintoso Luca e il saggio Paolo si adoperano negli sketch esilaranti che ne hanno costruito la fama, relativi, questa volta, ad un diverbio circa una vecchia incomprensione. Più silenzioso e verosimilmente più serio, Enrico andrà incontro allo stravolgimento della sua compostezza a causa di una passione a cui dare assolutamente adito, non solo in memoria dei vecchi tempi ma anche per via di uno spirito di libertà. Sulla base della pellicola, lo stupore e il ritorno di vent’anni indietro (cit.), dando il giusto peso a ciò che i quattro hanno perduto per strada e soprattutto un senso alla verità. Particolareggiato anche dalla partecipazione di Roby Facchinetti in persona, il prodotto, il cui racconto risulta per certi versi attinente alla trama del Mamma Mia di Phyllida Lloyd, circoscrive, mettendo anche in luce il trasformismo degli interpreti e focalizzandosi sull’importanza degli affetti, il nuovo ruolo a cui saranno chiamati, insieme, i presunti genitori di Alexandra (Carol Alt), l’unica che riesce a tenere uniti tutti i pezzi della frastornata famiglia anche per una certa similarità con i fatti (cfr).


[1] Ad epilogo del film si capisce il perché di questa “presuntuosa” affermazione

By | 2020-04-20T23:48:05+02:00 Aprile 12th, 2020|Cinema, Recensioni|0 Comments

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