Considerato il regista più audace d’Europa[1], Luc Besson dirige una pellicola nera in modo dichiaratamente avvincente, combinando ambientazioni action tipiche del cinema hollywoodiano ed un’attenzione di racconto che sia stilizzata e presa con i guanti, pratica centrale, questa, nella tradizione europea della settima arte. Miglior film straniero ai Nastri d’argento del 1991 il lungometraggio, ispirato dall’ascolto dell’omonimo brano di Elton John, risalta per l’interpretazione di una sbalorditiva protagonista che, aggiudicatasi anche l’Award di miglior attrice straniera agli italiani David di Donatello.
Graziata e tirata fuori di galera per scopi più arguti, la giovanissima Nikita (Anne Parillaud) verrà condotta in un maestoso centro d’addestramento per prepararsi a servire il Governo come sicario. Inizialmente molto servile con Bob (Tchéky Karyo), la ragazza avvertirà il bisogno di cambiare vita è, nonostante tutto sembri procedere secondo i piani, avrà la possibilità, nel giorno del suo ventitreesimo compleanno e grazie al suo mentore, di allontanarsi e tirarsi fuori dai progetti di Grossman (Philippe Leroy). Innamoratasi di Marco (Jean-Hugues Anglade), la donna decide di cambiare del tutto vita e ritirarsi a vita privata, ma – in virtù di una trama travolgente – dovrà ben presto far i conti con il suo passato e tirare fuori gli scheletri dall’armadio, facendolo, però, con una raffinatezza tale da rendere ancora più accattivante la trama e l’intera sceneggiata costruita tra rari dialoghi, un uso frequente del linguaggio non verbale, il tutto differenziato tra spazi e ambienti e rispondente ad un valore duplice dell’interpretazione sublime della contraddittoria protagonista, ora debole o dolce e ora decisa e spietata, un ensemble caratteriale, questo, dal grande fascino attrattivo, in sostanza la formula vincente del film che, uscito in sala il 17 Agosto del 1990, restituisce, grazie ad una pregiata mano di scelta delle inquadrature e montaggio, il ritratto devastante ed influente di una donna privata della sua capacità di emozionarsi.
[1] Cfr WIRED: https://www.wired.it/play/cinema/2017/09/22/film-besson-regista-audace/