Prima pellicola americana di Gabriele Muccino, il film uscito il 12 Gennaio del 2007 in Italia segna l’avvio del connubio professionale del regista italiano con Will Smith, il quale, dichiaratosi esterrefatto dalla potenza comunicativa de L’ultimo bacio, l’avrebbe fortemente voluto come director per raccontare la storia di Chris Gardner. Interpretato dall’attore e produttore statunitense, il protagonista della storia è un uomo che, desideroso di provvedere alla crescita del figlio, tenta di sbarcare il lunario vendendo degli strani scanner rivoluzionari.
Una storia intensa, quella raccontata attorno alla continua battaglia dell’uomo per riuscire ad emergere e dare una vita migliore a Christopher. Vissuto ancor più intimamente per via dell’interpretazione del piccolo da parte del naturale figlio di Smith, il rapporto padre-figlio è l’orizzonte tematico attorno a cui ruota tutta la sceneggiatura del film e diviene pretesto per parlare di valori, sentimenti e dare la giusta importanza alle fasi della vita, quasi come fossero gradini da salire prima di giungere alla tanto ambita felicità e ricongiungere il tutto in un intenso abbraccio paterno, attimo narrativo, questo, fotografato nella risoluzione dell’intreccio a fine lungometraggio. Raggiunto con sofferenza e sacrificio dal protagonista, quel momento intimo in cui i due sembrano entrare a contatto l’uno con le emozioni dell’altro e restituirne l’immagine profonda dell’appartenenza e dell’amore di un padre verso suo figlio. Ispirato ad una storia vera, il prodotto cinematografico consta anche di una superlativa scelta musicale, un montaggio significativo diretto ad esplorare l’anima dei protagonisti, un padre ed un figlio legati nel treatment della vita, il tutto scandito mediante diverse riprese a campo largo alternate a talune introspettive che fungono da ritratto personale dell’esperienza cinematografica degli Smith, duo portavoce – nel film – del messaggio restare uniti per resistere.