Pubblicato esattamente 36 anni fa, il quinto album in studio del cantautore emiliano si compone di nove tracce scritte quasi interamente dall’autore sia nei testi che nella musica, eccezion fatta, oltre che per la musica di Canzone composta insieme a Maurizio Solieri, anche per Splendida giornata e La noia di Tullio Ferro, la prima ultimo maxi-singolo estratto dal disco e la seconda dedicata al paese natale di Vasco nel modenese.
Rimasto in classifica per sedici settimane, il prodotto discografico targato Guido Elmi diviene ben presto un chiacchierato successo per le provocazioni contenute in alcuni dei brani clou, come nel caso di Ogni volta e della title track, brani, questi, ritenuti troppo intimo, il primo, e troppo esplicito, il secondo. Selezionata per partecipare al Festival di Sanremo del 1982, la canzone che dà il titolo all’album conteneva, infatti, il verso «…vado al Messico, voglio andare a vedere se come dice il droghiere, laggiù masticano tutti foglie intere…», motivo per cui venne successivamente riarrangiata e fatto terminare in «…laggiù vanno tutti a gonfie vele!». Due i singoli estratti dall’album “situazionale” di Vasco Rossi, entrambi, sia Vado al massimo/Ogni volta che Splendida giornata (remix)/Splendida giornata (strumentale), pubblicati su 45 Giri ed editi, come l’intero album, da Carosello Records. Un album visionario, adatto a chi è aperto alle novità e a sonorità rivoluzionarie, realizzato tra pop rock ed hard rock quasi come fosse un grido al non volersi arrestare di chi avrebbe trovato il suo cammino con nove brani orecchiabili e carichi tra la nevrosi della musica rock e il tono marcatamente più cauto e velatamente ironico di Cosa ti fai, a descrivere – in sostanza – una prova di maestria del rocker modenese e il suo atteggiamento visionario e divertito nei confronti della vita e della gente.