In corsa anche per gli Oscar nella categoria miglior film, la commedia di Taika Waititi si arricchisce di uno sguardo personale da parte del regista/interprete. Nei panni di uno stralunato Adolf Hitler, Waititi caratterizza il lungometraggio dell’attenzione alla resa leggera e dai tratti comici e dolci di una tematica importante della storia e flagello dell’umanità. Presentato in anteprima l’8 Settembre 2019 al Toronto Film Festival e uscito il 16 Gennaio nei cinema italiani, il prodotto cinematografico targato TSG Entertainment restituisce un’immagine quasi allegorica di una parte della politica del secolo precedente, trattandola con le pinze e predisponendola ad uno sguardo nuovo.
Dolce e timido bambino tedesco, Jojo Betzler (Roman Griffin Davis) si trova a vivere un profondo cambio di regime durante i violenti anni della Seconda Guerra mondiale, attraversando un profondo dissidio interiore a causa di un nuovo inaspettato incontro. Fermamente convinto della correttezza del nazionalismo, il protagonista si dovrà ricredere al momento della conoscenza di Elsa (Thomasin McKenzie), una ragazza ebrea che travolgerà i suoi ideali portandolo ad una più sana considerazione del Mondo. Interpretata da Scarlett Johansson, la madre del ragazzo non sembra voler cedere, infatti, al ricatto della razza ariana e per questo decide di nascondere la giovane in soffitta e prendersene cura come fosse una figlia. Raccogliendo informazioni sul popolo ebraico e confidandosi con la coprotagonista, il piccolo Betzler dovrà prendersi cura della madre e di quella “finta” sorella al fine di passarla liscia con i controlli dell’esercito guidato dal capitano Klenzendorf (Sam Rockwell), un arduo compito perseguito con il fittizio appoggio dello strambo amico immaginario interpretato dal regista, figura audace, questa, resa in modo grottesco e folk costruendovi attorno una narrazione macchiettistica nel tentativo di sfatare il dubbio nel giovane Jojo. Film intelligente e accondiscendente, la favola nera tratta dal romanzo Caging Skies del 2004 e candidata agli Oscars 2020 restituisce l’immagine di uno squarcio storico e politico, reso con maestria registica in modo soffice e coinvolgente grazie al potere incontrastato dell’amore sullo sfondo delle due storie attorno cui ruota il film di Waititi, quella del legame tra Rose e suo figlio accanto a quello tra un ragazzo e la sua nuova improbabile amica che diviene maschera della verità nella presa di consapevolezza del carattere interpretato in modo tanto bizzarro quanto brillante dal giovanissimo Davis.