Tratta dalla serie omonima di videogiochi picchiaduro, la pellicola di Dwight H. Little risalta, in modo particolare, per lo studio delle ambientazioni tra un incipit folkloristico di tipo cittadino e uno svolgimento lugubre tra i meandri dell’arena della corporazione guidata da Heihachi Mishima (Cary-Hiroyuki Tagawa). Dedita ad ospitare l’annuale torneo Iron Fist, Tekken city mira ad estendere – almeno secondo l’avidità del successore al trono – il suo dominio sulla popolazione delle città circostanti in modo da governare sull’intero territorio.
Mosso da un forte spirito di giustizia, il giovane Jin Kazama (Jon Foo) compirà un viaggio tra la ricerca di sé stesso e la verità, percorso arduo, questo, compiuto attraverso motivazione e consapevolezza. Catapultato all’interno della feroce competizione con l’intento di spodestare il sovrano di Tekken, il protagonista, partito a caccia di vendetta, sarà portato ad effettuare un ragguaglio circa le sue origini ed accertare la natura dell’istinto protettivo della madre nel tenerlo lontano da quel meschino scorcio di civiltà. Alla base del lungometraggio lo spirito di collaborazione tra i protagonisti dell’Iron Fist, schieratisi al fianco del carattere interpretato da Foo per contrastare i soprusi di Kazuya (Ian Anthony Dale) e dei Jack, il tutto affrescato da un montaggio categorico lungo le fisicità dei combattimenti, il contatto interattivo tra Jin e la Monteiro (Kelly Overton) della Vectrocorp in riferimento ad una situazione posta accanto all’avidità del carattere interpretato da Dale nei confronti del regno costruito dal padre sui valori dell’onore e del prestigio. Scontrandosi anche con lo spadaccino Yoshimitsu e il temibile Brian Fury, l’eletto del popolo avrà l’occasione di mettere a frutto gli insegnamenti materni ed arrivare alla tanto ambita quanto disattesa verità ed essere proclamato “Iron Fist”, scopo fondante dell’action movie uscito il 5 Agosto 2011.