In onda domani sera sulle reti RAI, la commedia dell’anno secondo la giuria della 73ª edizione dei premi assegnati dal Sindacato nazionale dei giornalisti cinematografici italiani si incentra sulla descrizione del carattere protagonista, definendone in primo luogo la relativa appartenenza con la frase “mezzo italiano, mezzo bangla, 100 % Torpignattara” (cit.). Opera prima di Phaim Bhuiyan, il lungometraggio assume molteplici nessi introspettivi in ottica autobiografica, tanto da mirare all’attenzione dei giovani sul tema del divario sociale, giocandoci su e divertendo.
Prodotto italiano targato Fandango, il film in oggetto, uscito in sala il 16 Maggio 2019, si sviluppa interamente attorno alla vita dell’outsider interpretato dal regista, catturandolo nella vita quotidiana e spettacolarizzandone la routine quotidiana attraverso la partecipazione ad eventi mondani. Allestito lungo un focus introspettivo e descrittivo, il lungometraggio di Bhuiyan si sviluppa a partire da una tematica tendenzialmente autobiografica, già trattata in Sta per piovere di Haider Rashid e tipica del tipo di filmografia in questione. Una vita, quella di Phaym, in bilico tra l’attrazione e il timore al tempo stesso in relazione all’incontro con l’altro sesso, una paura, questa, superata grazie al sentimento condiviso con Asia (Carlotta Antonelli), un rapporto, questo, nato a fronte di una reciproca necessità di confrontarsi e supportarsi vicendevolmente, sottofondo concettuale, questo, trattato secondo una cifra stilistica caratterizzata da leggerezza e spontaneità, a fornire un affresco della distanza culturale tra i personaggi messi in scena in modo brillante dal regista e dalla Antonelli in modo da aggiungere un tassello meramente descrittivo al nostro cinema in virtù di una trattazione di buona qualità e da prendere con i guanti.