Accolto positivamente dalla critica per la recitazione, la regia e la sceneggiatura, il film di Paolo Genovese si pone quale scorcio di indagine sulla modernità, spesse volte dilazionata a suon di smartphone ed altre apparecchiature elettroniche invasive nel quotidiano. Premiato per regia e sceneggiatura ai David, il lungometraggio in oggetto offre – in un certo senso – uno sguardo spiazzante sulla progressiva cancellazione del lato interpersonale nella comunicazione, dirompendo dinnanzi al pubblico come analisi dell’aggressività in atto delle telecomunicazioni.
Cosa accadrebbe se decidessimo di condividere e rendere accessibili tutti gli aspetti gelosamente custoditi all’interno dei nostri telefoni cellulari? Distribuito dall’11 Febbraio 2016 in 550 copie e presentato il successivo 14 Aprile al Tribeca Film Festival, il film propone un ipotetico svolgimento – tra imbarazzo, vergogna e timore – di una serata condotta nell’ottica della condivisione e della trasparenza. Radunatisi a casa di Rocco (Marco Giallini) ed Eva (Kasia Smutniak) per un’usuale rimpatriata, sette amici di vecchia data decideranno – volenti e nolenti – di mettere alla prova la propria sincerità sperimentando la rivelazione degli intrighi nascosti in quelle “scatole nere” (cit.) rispondenti ai nostri cellulari. Intenzionati a condividere messaggi, mail e telefonate, Cosimo (Edoardo Leo), Bianca (Alba Rohrwacher), Lele (Valerio Mastandrea), Carlotta (Anna Foglietta) e Peppe (Giuseppe Battiston) si troveranno, insieme ai padroni di casa, a metter in piazza tutti gli aspetti del proprio privato in virtù di una solida amicizia, motivo, questo, per cui verranno in luce non poche verità inevitabilmente o inconsciamente nascoste, siano esse relative a tradimenti extraconiugali o orientamenti sessuali, situazioni, cioè, concettualmente inimmaginabili dato il forte legame di fondo. Commedia drammatica che ha sbancato il box office italiano e non solo, Perfetti sconosciuti ha ispirato, tra l’altro, numerosi remake stranieri, tra cui il greco Teleioi ksenoi e lo spagnolo Perfectos desconocidos, fino ad arrivare al recente rifacimento russo di Febbraio 2019. Avvalorato, inoltre, dalla conquista di 3 Nastri d’argento e un Globo d’oro, tra gli altri, il prodotto cinematografico Medusa Film allestito sulla base delle scenografie della città eterna e sulle musiche di Bungaro e Giuseppe Chiodo offre, quindi, uno spunto di analisi relativamente alla dirompenza nelle nostre vite dei telefoni cellulari e del virtuale, invitando – presumibilmente – alla riflessione sulle identità personali di ognuno di noi e, facendo riferimento al doppio epilogo del film, sul valore delle cose.