Surplus di effetti speciali nel film della Universal Pictures, diretto da Louis Leterrier, un thriller che colpisce l’immaginario degli spettatori e regala 115 minuti circa di spettacolo intenso. Affrontando indirettamente il mondo del capitalismo, il film, uscito l’11 Luglio 2013, sembra voglia dare il risvolto scenografico alla rivincita dell’umanità, fondendo crimine e prestigio, gioco e sogno, realtà e suggestione.
Alla base della narrazione del prodotto cinematografico la storia di quattro maghi di città, Daniel Atlas (Jesse Eisenberg), Henley Reeves (Isla Fisher), Merritt McKinney (Woody Harrelson) e Jack Wilder (Dave Franco), chiamati ad unirsi e a lavorare insieme per perseguire l’obiettivo di diventare i maghi più famosi del mondo. Così, dopo l’allestimento di uno spettacolo a Las Vegas, durante cui rapinano una banca francese dividendo il bottino con il pubblico, i quattro assumono il carattere dei maghi del crimine, sulle cui tracce si mettono Dylan Hobbs (Mark Ruffalo) dell’FBI e Alma Dray (Mèlanie Laurent) dell’Interpool, intenti a scovare il loro trucco. Interpretato dal Premio Oscar Morgan Freeman, Thaddeus Bradley, è un’ex mago affermatosi per aver smascherato i trucchi dei suoi più affermati colleghi, il quale ricopre il ruolo di antagonista delle vicende trattate. L’obiettivo dei quattro è quello di accedere al misterioso occhio, riservato ai più talentuosi maghi del pianeta, scopo che verrà raggiunto dopo aver pareggiato i conti con la giustizia nel numero finale. Sarebbe meglio lasciare alcune cose senza spiegazioni logiche perché più grandi di noi(cit. Alma Dray), cosi come la magia, rivelatasi nient’altro che un insieme di regole dalle basi scientifiche da seguire per riuscire a sorprendere, una sorta di inganno mirato che nasce proprio dalla sorpresa e dallo stupore. Il mix di luci e di scenografie ricche di effetti speciali realizzati al computer lasciano trasparire la tematica fantastica di fondo, dileguando la struttura narrativa tra i grattacieli delle città di Las Vegas, New Orleans e New York. Ricordando un po’ la storia di Robin Hood, furfante che ruba ai ricchi per dare ai poveri, l’intero film gioca sulla speranza della gente di credere in qualcosa, essendo la magia proprio stimolata dal bisogno di configurarsi nei sogni, qui vissuti e interpretati da un cast stellare e fresco che, usufruendo del prestigio, riesce a trasformare l’illusione in magia e la magia in realtà, seppur sia essa raggiunta con gesta criminali, divertendo e affascinando lo spettatore. Al montaggio esemplare e alle inquadrature ad hoc si affianca una trama coinvolgente, caratteristiche tese a portare lo spettatore altrove, allontanandolo dal trucco perché più vicino sarà e in realtà meno vedrà (cit. Daniel Atlas) ……. La vera magia sta nella capacità di quattro bravi artisti nel lavorare insieme e perseguire un obiettivo comune (cit. Dylan Hobbs), rivelata proprio nel finale, una conclusione che lascia di stucco e che viaggia nella storia della magia, resa maggiormente accattivante con il sottofondo passionale e amoroso.