Esordio alla sceneggiatura e alla regia della coppia di comici Corrado Nuzzo e Maria Di Biase, interpreti dei protagonisti del film nei panni di due sconosciuti costretti a supportarsi e a venirsi in aiuto per affrontare un viaggio verso Pescara e accompagnare Aldo (Gabriele Dentoni) dal padre meccanico. Abbandonato anni prima in istituto, il ragazzo soffre della sindrome di Asperger e avrebbe rifugiato il suo disagio nella figura di Corrado, motivo, questo, per cui decide di seguirlo in quello inaugurato come l’ultimo viaggio dell’uomo.
Costretto a far i conti con il malessere portato dall’isolamento, l’assistente sociale interpretato dal regista sarà chiamato a mettere da parte i suoi problemi al fine di contemplare anche quelli altrui, trovando una sorta di appagamento nella condivisione. Intenti a risparmiare sul viaggio, i due decidono di offrire un passaggio a Maria, donna intraprendente dal passato alquanto losco, diretta verso la finale di canottaggio della figlia Lorenza (Cristel Caccetta). A far da matrice al soggetto cinematografico la rocambolesca storia dell’incontrarsi e del ritrovarsi inconsapevolmente, sequenza narrativa, questa, a cui danno voce i due caratteri centrali, il primo diretto verso un plausibile destino dettato dall’insoddisfazione e la seconda verso la ricongiunzione con una figlia decisamente cinica verso la donna. A sorreggere l’involucro costruttivo della comicità di fondo ci pensano anche gli interventi in scena di Francesco Paolantoni e Aldo Baglio, rispettivamente nei panni di un ristoratore dalla dialettica galoppante e di un categorico agente dall’accento marcato. Alla base del lungometraggio prettamente televisivo del duo Nuzzo – Di Biase la strutturazione del tema sul valore della famiglia, seppur sgangherata come quella formata dai quattro personaggi principali, ad incasellare il livello tematico del film lungo il gioco degli equivoci e lo stravolgimento dell’esistenza e dei piani.