In onda stasera nella seconda serata di Rai 2, il lungometraggio di Antoine Fuqua, uscito il 2 Settembre 2015 al cinema, si sviluppa attorno alla storia di Billy The Great Hope (Jake Gyllenhaal), pugile campione dei medio massimi da diversi anni, alle prese con le fasi finali della propria carriera. Resosi ormai conto della difficoltà a salire sul ring e affrontare gli avversari, il boxer, incentivato anche dalla moglie Maureen (Rachel McAdams), sarebbe intento ad appendere i guantoni al chiodo e dedicarsi ad altro.
Soggetto del film è la ricerca di riscatto da parte del pugile in seguito alla morte della donna, causata da un colpo di arma da fuoco vagante durante un evento benefico. Ad alimentare l’ira del boxer le provocazioni ricevute da un suo contendente, Miguel Escobar (Miguel Gomez), il quale lo sfida pubblicamente. Dopo essere approdato alla palestra di Tick Willis (Forest Whitacker), il protagonista sarà sottoposto ad un duro allenamento per aumentare la sua resistenza ed incrementarne la potenza dei colpi. Ci troviamo di fronte ad un uomo abbattuto per la perdita della donna amata, in rivolta con sé stesso per non aver lasciato quel mondo prima, abbandonato ora anche dal manager e decretato dai giudici incapace di provvedere al benessere della figlia Leila. Questo l’altro elemento che sembrerebbe scatenare la sete di vendetta di Billy, il desiderio di riconquistare, dopo la prematura scomparsa della moglie, l’affetto e la stima della figlia. Probabilmente questo il fattore maggiormente originale, il ruolo della ragazza che, nella memoria della madre, si sente in dovere di star vicino all’uomo durante le sue fatiche. Chiarissimi i riferimenti ad altri film preminenti del genere, vari episodi della saga di Rocky e Toro Scatenato in primis. In particolare la scena strappalacrime relativa al funerale di Maureen, accanto a quella della provocazione da parte di Escobar, sembrerebbero ricordare gli avvenimenti di Rocky III relativi alla sfida al titolo lanciata da Clubber Lang. Accostamento tra pugilato e storia d’amore visto e rivisto, aggiungendo poche novità ai predecessori, se non il ruolo di una piccola donna in supporto più esistenziale che fisico al protagonista.