Prodotto cinematografico costruito nell’ottica di un’epocale celebrazione dei Queen, il coinvolgente lungometraggio di Bryan Singer abbraccia un pezzo di storia della musica a fronte della narrazione dei primi quindici anni della rock band, partendo dalla formazione nel 1970 e arrivando fino all’evento epico del Live Aid nel 1985. Annoverando tra i produttori i due storici membri fondatori del gruppo Brian May e Roger Taylor, il lungometraggio assume la connotazione di una sorta di testamento da repertorio strutturato – in particolar modo – sulla definizione dell’eclettica personalità di Freddie Mercury e sul rispettivo potere scenico di fronte al pubblico.
Circoscritto in un ritratto relativo ad un uomo motivato a prendere possesso del palcoscenico per dare agli spettatori quello che vogliono (cit.), il front-man della celebre band britannica – nell’interpretazione di Rami Malek – sembrerebbe accusare a muso duro i colpi riservatigli dalla stampa e dalla vita privata, non perdendo di vista, però, il motivo primario del suo far musica per non morire, in un certo senso. Proprio questo quello che ci rimane di Freddie Mercury e dei Queen, la loro musica e la loro arte nei momenti live, qualcosa di indistruttibile ormai parte della tradizione leggendaria del rock e dello spettacolo in generale. Assecondato dai compagni Brian May (Gwilym Lee), John Deacon (Joseph Mazzello) e Roger Taylor (Ben Hardy), l’eccentrico performer dei Queen, passato per una fase di crisi esistenziale, avrebbe attraversato un poco soddisfacente percorso solista prima di tornare a sentire la mancanza della sua famiglia (cit.) di palco, puntando quanto rimastogli in una reunion storica, circoscritta nella partecipazione all’evento benefico per le popolazioni dell’Africa. Parte fondante della sceneggiatura, i valori di appartenenza, amicizia e famiglia occupano largo spazio all’interno della pellicola uscita in sala il 29 Novembre 2018 e fondata sulla brillantezza dei pezzi della discografia originale dei Queen, in cui il regista mette in luce le diverse fasi della vita e della maturazione di Farrokh Bulsara rapportandole a quelle della carriera dello stravagante personaggio pubblico Freddie Mercury, divenuto l’anima del gruppo tirato su dalle ceneri degli Smile.