Conclusasi ieri sera con un quarto e ultimo episodio, la settima stagione delle avventure del maldestro ispettore interpretato da Giampaolo Morelli ha confermato il successo della serie tv ideata da Carlo Lucarelli e diretta dai Manetti Bros sulla base di un gioco su generi e sottogeneri del cinema poliziesco. Un personaggio, quello di Coliandro, messo in scena – come dichiarato dai registi – nell’ottica di una costante diversificazione di ogni episodio relativamente a montaggio, tecniche di ripresa, fotografia e quant’altro sulla base di storie sempre nuove costruite attorno alla capacità del protagonista di rinnovarsi costantemente (cit. Giampaolo Morelli).
Trasmessa per quattro settimane su Rai 2, la nuova stagione della serie in oggetto ha registrato ascolti record e conquistato su larga scala il pubblico italiano, riunitosi davanti al piccolo schermo ad accompagnare il protagonista nelle sue indagini “non autorizzate” (cit.) non soltanto al fianco del solito Gargiulo (Giuseppe Soleri) ma anche di Lorusso (Francesco Zenzola), Gambero e della Buffa. Spesso delegato a tappare qualche buco in centrale, Coliandro sembrerebbe non riuscire a far risaltare le proprie qualità agli occhi dei colleghi, di De Zan (Alessandro Rossi) e della Longhi (Veronika Logan), seppur sia riuscito – anche in questa stagione – a prendersi qualche rivincita personale, come nel caso della conquista dell’encomio nella seconda puntata. Ondata di star del cinema e volti noti della musica e dello spettacolo italiano, tra cui Francesco Pannofino, Claudia Gerini, Serena Rossi, Iva Zanicchi e Guè Pequeno, entrati nella storia del più inaffidabile ispettore della tv rispettivamente nelle vesti dell’ingegner Bertone, di una donna ambiziosa dell’est, della sorella di uno dei personaggi centrali, di una massiccia guerriera invincibile nel corpo a corpo e dello spacciatore Avio. Tra gli antagonisti del quarto episodio della settima serie Gian Marco Tognazzi e Paolo Calabresi nei panni dell’armaiolo Filippazzi e dell’imprenditore agricolo Ravazzini, contro cui si scaglierà la sospettosa Asmareth alias Martina Sammarco. Portata ad un livello superiore dal cast nell’interpretazione e dai fratelli Antonio e Marco Manetti nella regia, il settimo capitolo delle imprese di Coliandro ha fornito conferma della validità del prodotto destando riscontri positivi nei telespettatori e lasciando i fan con l’amaro in bocca per l’incertezza del futuro della serie targata Rai. Costruite su tematiche investigative e di tipo crime, le puntate andate in onda dal 14 Novembre scorso spiccano per una maggior integrazione del livello di azione e per l’allestimento di interazioni narrative e battibecchi tutti da ridere, tra cui quelli del carattere interpretato da Morelli con Giacomino (Vito), Kenzaburo (Tayo Yamanouchi), Sandokan e Borro (Massimiliano Bruno), presumibilmente artefice, quest’ultimo, della descrizione della natura di Coliandro nella puntata di ieri con la frase “mi fai simpatia estrema”.Scelta spiccatamente tecnica anche quella di porre nella sceneggiatura numerose assonanze di impatto coinvolgente e quasi teatrale, come quella tra i nomi di alcuni dei personaggi quali Bertaccini (Caterina Silva), Buffarini (Benedetta Cimatti), Borromini (Massimiliano Bruno) e Gamberini (Paolo Sassanelli). Divenuta in quindici anni un vero e proprio cult, la serie si configura quale omaggio alle più disparate forme dell’arte e dello spettacolo, a partire dai costumi tendenzialmente relativi ad una trattazione tendenzialmente fumettistica fino ad arrivare ai riferimenti racchiusi nei soprannomi e nelle citazioni del protagonista, tra cui la simbolica “Coraggio… fatti ammazzare”, prelevata dal cinema di Clint Eastwood.