Liberamente tratto dal romanzo di Niccolò Ammaniti, il lungometraggio risulta concepito nell’ottica di un racconto di una particolare fase della vita del protagonista e della sua predilezione per la solitudine, stato da cui sembra tirarsi fuori esclusivamente per le visite alla nonna, innescando il valore del rispetto delle origini all’interno del film. Tornato dietro la macchina da presa dopo quasi dieci anni, Bernardo Bertolucci affronta la tematica del disagio giovanile attraverso la voce di Lorenzo (Jacopo Olmo Antinori), proponendo uno stile di vita introverso e decisamente chiuso in se stesso.
Scampato alla settimana bianca con la sua classe, il protagonista deciderà di cercare rifugio alla sua angoscia esistenziale e dare adito alla sua voglia di distacco dal mondo trasferendosi in cantina per cibarsi – verosimilmente parlando – di silenzi, musica e letteratura. Perso “nel suo posto” (cit.), il carattere interpretato da Antinori, però, riceverà ben presto la visita della sorellastra Olivia (Tea Falco), spunto, questo, alla strutturazione su due piani interpretativi della tematica centrale. Amante della solitudine lui e alle prese con l’astinenza da sostanze psicotrope lei, i due caratteri si troveranno a dividere lo spazio allestito ad arte da Lorenzo, generando malintesi ed incomprensioni, stati placati successivamente in virtù di un vicendevole insegnamento e grazie alla condivisione dell’esperienza. Messo con le spalle al muro dall’improvviso arrivo della ragazza, il protagonista dovrà interfacciarsi con le improvvise crisi d’astinenza e con il malincuore della “coinquilina”, dando modo al regista di raccontare il difficile rapporto sullo sfondo della sceneggiatura. Aprendosi a reciproche confidenze, i due si lasceranno andare fino a promettersi di uscire ognuno dal proprio disagio, avvalorando il film del compianto Maestro di una componente intima a fronte di una comunione spirituale nel contesto affettivo di fondo. Parte integrante del lungometraggio di Bertolucci la significativa colonna sonora, composta da Franco Piersanti e arricchita, tra l’altro, di pezzi dei Muse e della band The Cure, unitamente alla canzone Ragazzo solo, ragazza sola, cantata in italiano da David Bowie con testo di Mogol.