Secondo capitolo della serie cinematografica avviata nel 1984 con Karate Kid – per vincere domani, il lungometraggio in oggetto sviluppa attorno alla tematica di una rivalità messa a tacere quarant’anni prima. Nuovamente diretta da John Avildsen e interpretata da Ralph Maccio e Pat Morita, rispettivamente nei ruoli di Daniel La Russo (Ralph Maccio) e del maestro Miyagi (Pat Morita), la pellicola si struttura lungo la tematica fondante del ritorno del passato in relazione ad un astio mai sotterrato per la concorrenza all’amore di Yukie (Nobu McCarthy).
Protagonisti della rivalità il carattere interpretato da Morita e Sato (Danny Kamekona), suo vecchio amico all’attivo con un dojo in cui sembra aver trovato spazio anche il nipote Chozen (Yuji Okumoto). Seguito dall’allievo e rientrato ad Okinawa per assistere il padre, il Maestro giapponese dovrà confrontarsi, inevitabilmente, con il conto lasciato aperto con il suo vecchio amico rimanendo, però, fermo nella sua convinzione dell’inutilità della violenza. Questo il motivo per cui, nonostante le provocazioni ricevute e le molteplici angherie dell’ostile ex amico, Miyagi desisterà da ogni genere di disputa con l’uomo interpretato da Kamekona, a cui verrà dato – in un certo senso – uno schiaffo morale per l’atteggiamento scellerato di rivendicare una situazione ormai sopita. Alla base del lungometraggio il duplice scontro tra Miyagi e Sato sulla base – come già detto – di una vecchia ferita e tra Daniel e Chozen sulla base, invece,della minaccia nei confronti di Kumiko (Tamlyn Tomita). Sullo sfondo del lungometraggio l’attenzione ai rapporti interpersonali e l’avidità dei combattenti antagonisti, mossi dal desiderio di assoldare una supremazia territoriale, a fronte di un elemento concernente l’azione ad incipit dell’intero svolgimento dei fatti.