Andato in onda mercoledì 3 ottobre su Rai 5 per il ciclo -Pop Icons- e disponibile su Rai play, Rocky – l’atomica di Reagan conduce un’accurata analisi della cultura popolare ai tempi dell’esplosione cinematografica e mediatica di Rocky IV,simbolo del trionfalismo americano. Quarto imperdibile capitolo della saga costituita dalle imprese del pugile di Philadelphia, il lungometraggio diretto da Sylvester Stallone stesso non nasconde la natura emblematica del determinante contesto storico in atto tra gli Stati Uniti e la Russia, uno degli espedienti, questo, messo in risalto nell’esplicativo documentario di Dimitri Kourtchine.
Caratterizzato da un impatto entusiasmante sugli spettatori, il film risulta strutturato sull’epico scontro contro un popolo intero del combattente interpretato da Stallone, messo a dura prova da una perdita ingente e dalla sfida contro una nazione intera, morale, questa, a fondo dell’intero prodotto cinematografico. “Siamo noi contro di loro” … queste le parole di Apollo nel definire l’imminente confronto sul ring contro il devastante colosso russo Ivan Drago (Dolph Lundgren) nel tentativo di definire la motivazione della sua scelta, compresa soltanto successivamente anche da Rocky Balboa. Prodotto della cultura americana e della nuova Hollywood, il quarto episodio della saga risulta doppiamente simbolico, incarnando, da una parte, il trionfo del pugile americano contro quello sovietico e la vittoria del neoliberismo sul socialismo, dall’altra. Direttamente collegato anche al secondo capitolo dello spinoff Creed,il prodotto della settima arte riflette – in un certo senso – il valore dell’appartenenza e delle origini, il tutto in virtù di una disputa sul ring in nome dell’America. Ambientati in contesti storici particolari, tutti gli episodi del franchise relativo allo Stallone Italiano assumono la conformazione di ritratto del contesto storico in atto nelle parti del Mondo inserite sullo sfondo della produzione.