Tratto dall’omonimo racconto di Nick Hornby, il lungometraggio di Lucio Pellegrini si sviluppa internamente ad una tematica per certi versi spiazzante, affrontata in modo ironico in un contesto familiare piuttosto tradizionale. Costretti a far i conti con la situazione ambigua del figlio Marco (Pietro Castellitto), i coniugi Lucia (Luciana Littizzetto) e Fausto (Rocco Papaleo) saranno chiamati ad un confronto sui valori della famiglia.
Dubitando dell’efficacia del loro ruolo di genitori, i caratteri interpretati da Papaleo e dalla Littizzetto inizieranno a porsi delle domande relative alle motivazioni che avrebbero portato il giovane a compiere – per dirla in termini lievi – l’atto trasgressivo, ponendo qui il livello narrato dell’effetto delle scelte sulla vita quotidiana. Sullo sfondo del lungometraggio la definizione dell’ambiente familiare nel misurare la propria integrità attraverso i comportamenti dei figli e gli effetti su di loro, talvolta – come nel caso del film in oggetto –in balia della modernità e quindi poco rispondenti ai valori impartiti. Alle prese con un’epoca fatta di apparenza e perdizione, il carattere interpretato da Castellitto avrebbe pensato di puntare sulle proprie doti naturali per emergere, destando disapprovazione nel padre per la poca fatica immessa, episodio affine al lancio di un monito all’impossibilità di ottenere conquiste personali senza lavoro dietro. Uscito il 23 Marzo 2012, il prodotto cinematografico si arricchisce delle musiche di Brunori Sas e delle scenografie di Roberto DeAngelis, a definire maggiormente la natura di prodotto italiano.