Sarà in scena al teatro Duse di Roma, fino al 16 dicembre lo spettacolo Ad un passo dal cielo di Aldo Rapè che vanta ben 600 repliche in tutta Italia. Scritto nel 2004, il testo dell’autore siciliano, proveniente da Caltanissetta, tocca l’immaginario del pubblico, portandolo in una dimensione storico – emotiva. Aldo, infatti, è anche l’unico interprete della messa in scena, un monologo del personaggio centrale, un tale Calogero Nicosia, rimasto solo all’età di dodici anni a causa dell’uccisione dei genitori da parte dell’organizzazione criminale siciliana (il mostro della mafia).
Aldo Rapè……..autore ed interprete |
L’ispirazione per la stesura della sceneggiatura è giunta dalla voglia di dare voce ai parenti delle vittime della mafia, passate in rassegna sul finale con citazione dei nomi, tra cui anche i giudici Falcone e Borsellino. Da quel 12 Agosto 1988, giorno del suo dodicesimo compleanno, sono passati esattamente 18 anni e la vita dell’uomo si è fermata al mondo delle favole, in cui è immerso al fianco del suo burattino, Gino, scorgendovi la speranza del viver felice e di poter riabbracciare i suoi cari. Lo spettacolo, reduce dal successo francese del prestigioso Festival Internazionale Avignone Off 2012, ha deliziato il pubblico con attenta regia di Nicola Vero e scene ben costruite da Angela Tanzi e organizzate da Antonella Dicarlo.
Può essere anche considerato poetico il monologo, da cui emergono, oltre ad un profondo risentimento contro le gesta dei mafiosi, anche una riflessione intima e una presa di consapevolezza del personaggio che prima o poi da lì dovrà scendere. È un grido disperato, quindi, allo sconforto iniziale ma anche al non arrendersi e al dovere di andare avanti, senza abbandonare i ricordi, perché proprio da quelli scaturisce lo stimolo alla ricerca di una vita migliore.
Ben delineati il lato storico nella trattazione degli accadimenti e delle vicende, accanto a quello dell’interiorità di Calogero che, ormai trentenne, vive isolato dal resto dell’umanità, con cui ha solo un contatto visivo dalla sua postazione, ad un passo dal cielo, appunto. La costruzione scenica del pluripremiato spettacolo è un intermezzo tra il reale e il surreale, tra il mondo e la favola, caratteristiche, queste, ben sintetizzate da Aldo, differenziandole.
consapevolezza e rassegnazione nel grido disperato |
Una scenografia semplice, basata fondamentalmente su un unico set, quello di apertura, da cui emergono, però, le caratteristiche di tutto lo spettacolo, rendendolo notevole, attraverso storia, interiorità, riflessione, ricordo e memoria, particolarità, queste, che hanno permesso, sicuramente, alla compagnia e all’autore stesso del monologo di considerarlo fondamentale per il proprio percorso nel mondo teatrale.