Sarà in scena fino al 17 Marzo, presso il Teatro Stanze Segrete di Roma, lo spettacolo che dà voce alle problematiche di una convivenza forzata tra madre e figlia. Si tratta di Thelma e Jessie, l’una vedova e l’altra abbandonata dal marito e perciò costrette a vivere insieme. Durante il corso della narrazione, ambientata nel salotto di casa, le due scopriranno il senso delle loro vite e della loro situazione attuale, a cui sono giunte a causa di circostanze esterne. Jessie, infatti, soffre di attacchi epilettici ereditati dal padre ed è quindi soggetta ad un rigido controllo materno che finisce con il rendere le giornate tutte maledettamente uguali. La convivenza la porterà all’esasperazione e alla continua ricerca di spiegazioni dalla madre che, invece, accetta passivamente il corso degli eventi, senza porsi mai troppe domande. Accanto ad una mimica espressiva che caratterizza entrambe, risalta un’accurata immedesimazione nei personaggi messi in scena, a cui basta uno sguardo per comunicare.
Tutta la rappresentazione ruota attorno a Jessie che, spinta dalla sua determinazione, intende scavare a fondo nella sua vita, operando una pulizia totale e completa. Emergeranno così segreti e verità, attorno ad un forte rigore sentimentale costruito nella routine quotidiana e rafforzato ancora di più dal dialogo. Felicità e complicità sono, in realtà, soltanto apparenti e utili a celare quella grande disperazione della solitudine che porterà Jessie al gesto estremo, compiuto con la pistola del padre, non prima, però, di averne messo al corrente la madre che, mossa dallo sconforto per l’irragionevole decisione, tenta invano di porvi rimedio.
Disperazione di Thelma |
Circa un’ora e 20 di spettacolo che, stimolando la riflessione e l’autoanalisi, assume un tono toccante e commovente, sottolineato anche dalla rivelazione di Thelma di aver bisogno della figlia, ormai determinata, però, ad andare incontro a quel destino visto come unica via di scampo ad una vita fatta di turbamenti e assenza di affetti, conclusasi con la locuzione Buonanotte Mamma. Nota a parte meritano le due attrici Maurizia Grossi e Alessandra Ferro e, certamente, la costruzione delle scene del regista Giuseppe Oppedisano che in maniera attenta e rigorosa paragona la vita al fumo di una sigaretta che va verso l’alto, assieme alla drammaticità di fondo, resa con un tono di rassegnazione, a segnalare la valenza del dialogo necessario a cercare di evitare un triste epilogo.