Incontro con la musica originale in zona Garbatella, dove lo scorso weekend, presso il locale Al Solito Posto, situato in Largo delle Sette Chiese a Roma, si sono esibiti due giovani cantautori romani quali Emilio Stella il venerdì e Marco Rò nella serata successiva.
Marco Rò & Yuki Rufo |
Concentrando il nostro focus sull’esibizione del sabato, è stato possibile notare un ricco coinvolgimento di grandi e piccini, grazie ad un tipo di musica che spazia dal blues al jazz, accrescendo il repertorio con il pop e il rock. Ad accompagnare il cantante romano, il socio Yuki Rufo, chitarrista blues, suo collaboratore da tempo e arrangiatore della maggior parte dei brani. Tenendo a mente la lunga esperienza fatta collaborando con artisti del calibro di Giorgio Panariello ed Elisa, Yuki asseconda l’esecuzione di Marco attraverso i temi richiamati tra cui quello dell’analisi sociale. Tra i pezzi proposti, quelli autoriali intitolati Sul paradosso e Senza respiro ed alcuni ripercorsi in veste cover acustica, al fine di omaggiarne i modelli strutturali, tra cui quello de L’uomo in frack a tributo del grande Domenico Modugno.
Successi della musica internazionale e nazionale eseguiti dal duo, di cui si nota un denso spirito di collaborazione, sottolineato anche durante la rassegna in un pezzo ad omaggio della Garbatella e in uno ad omaggio della canzone romana di Edoardo De Angelis dal titolo Lella. A permettere la buona riuscita dell’evento, anche la simpatia dei musicisti, prossimi ad un tour estivo in Russia alla fine del mese, nonché una buona organizzazione e gestione dell’evento all’aria aperta. Degne di nota le melodie costruite attorno ai brani, in particolare di quelli originali, nonché una buona scansione ritmica usufruendo della cassa armonica delle chitarre.
Il nuovo progetto in cantiere del cantautore romano ha il titolo C’era una volta, prodotto da AssoDiemme Musica, di cui è stato presentato il singolo recentemente. Come era accaduto per l’album di esordio Un mondo digitale, il nuovo lavoro nasce da una riflessione sulla vita e sulla società, stimolata questa volta dal cambiamento in atto nella componente storica di una città, di una nazione o forse dell’intera umanità. La questione si è fatta, quindi, più intima e maggiormente analitica, stimolata da una visione sulla politica del nostro paese: mentre il primo disco era nato dallo sguardo sul mondo circostante e sui rapporti umani privati del contatto fisico, troppo spesso sostituito dall’incombenza del virtuale e dei social network, il secondo nasce dall’analisi della condizione dell’uomo nella storia e su cosa è diventato oggi.