Periodo autunnale florido per la commedia italiana, di cui saranno ora analizzati due dei film attualmente in sala. Si tratta di Sole a catinelle e Stai lontana da me, diretti rispettivamente da Gennaro Nunziante e Alessio Maria Federici e interpretati da due personaggi della scena comica italiana. Si tratta di Checco Zalone e di Enrico Brignano, i quali catturano il pubblico per un’allegria collettiva, diversificata per ambientazione e temi, nella prima pellicola più casalinghi, essendo principalmente la storia familiare di padre e figlio, mentre nella seconda più sofisticati, essendo il protagonista un distinto consulente di coppia.
Nel film di Federici, invece, la sceneggiatura ha origine da un remake della commedia romantica francese Per sfortuna che ci sei, passata quasi inosservata in Italia. Soggetto del film è la storia del consulente di coppia Jacopo, interpretato dal comico romano, il quale è stimato per il suo successo lavorativo nel trovar sempre un modo per aggiustar le cose quando si tratta di relazioni altrui. A perseguitarlo una strana forma di sfortuna che non gli permette di stabilire un rapporto serio, a causa di una presunta maledizione mandatagli da una fidanzatina delle elementari. Queste le basi del tema comico di fondo, reso esilarante anche dalla singolare interpretazione del protagonista, caparbio nel percorrere in un tono di malincuore le situazioni, come se fosse in realtà bloccato solo dalla paura. Infatti, quando nella sua vita entrerà Sara, una disinvolta Ambra Angiolini, brava a calarsi nel ruolo di co – protagonista, il consulente si troverà a scendere a patti con se stesso, fino a superare la sfortuna, in realtà partorita dalla sua paura a legarsi. Si tratta di un lungometraggio a tratti brillante che affronta la tematica del rapporto uomo – donna e che diverte il pubblico, ponendolo in condizione di riflettere sui preconcetti e pregiudizi che a volte vengono creati solo per timore.
Entrambi i film si configurano anche come speranza mossa dalla voglia di riscatto ad una presumibile crisi di identità con cui, a causa della situazione economica, alcuni individui sono costretti a confrontarsi. Si tratta di due commedie dal tono leggero, nate per suscitare il sorriso degli spettatori, la prima risolvendo l’intreccio in un rapporto familiare con il figlio attraverso un tema che passa attraverso le scenografie paesaggistiche curate, quelle incontrate durante il viaggio, un tragitto verso il rafforzamento del rapporto tra i due protagonisti. Un uomo che diventa padre, dunque, è il viaggio interiore che compie il personaggio centrale del primo film, campione di incassi per vari weekend e poi spodestato da
Thor – The Dark World, mentre nel remake italo – francese la questione si dispiega nel rapporto tra un uomo e le sue paure, timori superati inizialmente grazie all’ingresso sulla scena della parte femminile e poi cancellati totalmente in seguito all’assunzione d’identità, come se si trattasse di un adolescente che diventa uomo, essendo le sue “sfortune” legate al periodo adolescenziale.